Samedi 9 avril 2016 – Colloque de ROCHEGUDE3 : « Les processus de Création »

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XVIIème colloque interrégional de Psy Cause en France : LES PROCESSUS DE CRÉATION
Lieu du Colloque : Au Château de ROCHEGUDE (Drôme)
Samedi 9 avril 2016 – 08h30 – 18h00
Argument
Les processus de création se mettent à l’œuvre tant au niveau du travail de l’artiste, au niveau du soin, que dans les mécanismes psychopathologiques tels que le délire.
Cette approche, plus globale que la thématique de l’art-thérapie, permet de mieux appréhender les enjeux du soin lié au processus artistique : la production par le patient d’une œuvre d’art est-elle médiatrice d’une psychothérapie ou bien objet d’une exposition qui fera lien social ? Entre médiation et suppléance, entre psychothérapie individuelle et psychothérapie institutionnelle, les pratiques soignantes peuvent s’opposer voire se compléter.

PROGRAMME : Les processus de création 9 avril 2016
8h30 – Accueil des participants
9h00 – Ouverture de la journée :
Dr Jean-Paul Bossuat (Président de Psy Cause, Avignon)
et
Mr Jean Louis Aguilar (Président de l’ARAT, Béziers)
9h15 – 12h00 – Présidence de la matinée :
Dr Jean-Louis Griguer (Président Psy Cause des colloques de Rochegude, Valence)
♦ Dr Hugues Scharbach, psychiatre à Nantes :
« L’art-thérapie »
♦ Pr Gérard Pirlot, professeur de psychopathologie psychanalytique à l’université de Toulouse II, psychanalyste, membre de la Société Psychanalytique de Paris, ancien psychiatre des Hôpitaux, directeur du Laboratoire Cliniques Psychopathologiques et Interculturelles à Toulouse II, membre du comité de lecture de la revue Psy Cause : « art et création » (Rimbaud)
10h45 – 11h15 Pause
♦ Mme Bénédicte Carrière, art-thérapeute à Montpellier, membre du bureau de l’ARAT :
« Clown et thérapie »
12h00 – 14h00 Déjeuner
14h00 – 17h30 – Présidence de l’après midi :
Mr Jean Louis Aguilar (Président de l’ARAT, référent Psy Cause de l’art-thérapie)
♦ Dr Jean-Louis Griguer, Président Psy Cause des colloques de Rochegude, psychiatre chef de pôle au CHS Le Valmo Valence, rédacteur de la revue Psy Cause, docteur en philosophie :
« Art et existence à travers l’œuvre du philosophe Henry Maldiney »
♦ Dr François Granier, psychiatre et art-thérapeute au CHU de Toulouse :
« L’art-thérapie »
♦ Mme Geneviève Dindart, art-thérapeute à Béziers, membre du bureau de l’ARAT :
« Le processus de création, mis en acte »
16h15 – 16h45 Pause
♦ Mme Nathalie Méchin, psychologue clinicienne (Hautes Alpes) :
« Expression plastique et artistique »
17h30 – 18h00 Conclusions de Mr Jean Louis Aguilar et du Dr Jean Louis Griguer.

N.B. : Le reportage pour une publication d’un résumé du colloque avec illustrations photographiques, sur le site, est assuré par le Dr Jean-Paul Bossuat. Les communicants qui nous ferons parvenir leur texte en conformité avec les normes de la revue, seront publiés dans Psy Cause.

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La figura professionale dell’arte terapeuta: ora c’è la norma UNI

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Lunedi, 04 Aprile 2016
I lavori della commissione UNI Attività professionali non regolamentate volti alla qualificazione delle professioni prive di riconoscimento giuridico, hanno recentemente portato alla pubblicazione della norma UNI 11592 “Attività professionali non regolamentate – Figure professionali operanti nel campo delle Arti Terapie – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”. Tali requisiti sono declinati in termini di conoscenze abilità e competenze in conformità al Quadro europeo delle qualifiche (European Qualification Framework – EQF).
Fin dai tempi antichi le arti (danza, musica, pittura, teatro) venivano utilizzate per promuovere il legame comunitario e la salute individuale e collettiva. Oggi possiamo parlare più precisamente di arti terapie che vengono praticate in scuole, collegi, carceri, strutture sanitarie, luoghi che presentano specifiche problematiche e nei quali occorre costruire la convivenza sociale e saper modulare l’espressione emozionale.
Sviluppare il potenziale creativo è la strada perseguita da queste discipline per promuovere la capacità dell’essere umano di adattarsi al mondo, utilizzando le risorse proprie e del contesto di appartenenza, processo che consente alle persone di acquisire un maggior controllo della propria salute e di migliorarla.

Ma chi è l’arte terapeuta? L’arte terapeuta è un professionista formato per utilizzare metodiche che prevedono un linguaggio artistico e che opera per stimolare le risorse creative del soggetto con finalità correlate alle esigenze dei contesti. Generalmente svolge la sua attività in ambito sociale ed educativo, lavorando a stretto contatto con altre figure professionali (come ad esempio insegnanti, psicoterapeuti, psichiatri, psicopedagogisti ecc.).
I diversi profili professionali delle Arti terapie si basano prevalentemente su una sola specifica disciplina artistica di vertice (Arte plastico pittorica visiva, Coreutica, Musicale, Teatrale, Drammatica) in base alla quale la norma UNI definisce cinque distinti profili professionali: Arteterapeuta, Danzamovimentoterapeuta, Musicoterapeuta, Teatroterapeuta e Drammaterapeuta.

La nuova norma UNI 11592 interviene proprio per definire le conoscenze, le abilità e le competenze di questa figura professionale e definisce i compiti del professionista delle arti terapie raggruppandoli in sei passaggi essenziali. Gli arte terapeuti devono infatti saper accogliere, analizzare e comprendere le richieste di intervento che vengono loro rivolte, progettare interventi specifici, negoziare il contratto, realizzare e portare a conclusione l’intervento, valutarne l’esito, lavorare in contesti e in equipe multi-professionali.

Per approfondire meglio i molteplici aspetti di questa delicata professione abbiamo parlato con alcuni presidenti di associazioni di settore che hanno partecipato al gruppo di lavoro per la definizione della nuova norma UNI portando ciascuno le rispettive esperienze nei settori artistici di specifica competenza.

Partendo da alcuni spunti di cronaca Alessandro Tamino, rappresentante di APIART (Associazione Professionale Italiana Arte Terapeuti) coordinatore e relatore del Gruppo di lavoro UNI “Figure professionali operanti nel campo delle Arti terapie” ci spiega che “le arti terapie rappresentano oggi una difesa verso alcune delle cause dei comportamenti distruttivi di molti giovani” (>> guarda l’intervista).

“Un professionista delle arti terapie deve avere soprattutto la capacità di comunicare ‘al di là delle parole’ – spiega Giulia Cremaschi Trovesi, presidente di F.I.M. (Federazione Italiana Musicoterapia) – è quindi importante conoscere perfettamente la propria disciplina, anche in relazione alle diverse arti, e sapere accogliere l’altra persona” (>> vai all’intervista).

“Le novità introdotte dalla norma sono tante! – dichiara Stefano Centonze, presidente di ARTEDO (Polo Mediterraneo delle Arti Terapie e delle Discipline Olistiche. A mio avviso la più importante riguarda il fatto di aver definitivamente derubricato le arti terapie dal contesto sanitario, assegnando loro un chiaro spazio nelle discipline di ambito artistico e sociale” (>> guarda l’intervista).

“L’arte terapia consiste nel fare arte – spiega Manuela Pagura, presidente di ARTE.A (Associazione Professionale Arteterapeuti Antroposofi) – ed è finalizzata al benessere della persona. I professionisti di questo settore devono saper aiutare gli utenti del percorso di arte terapia ad attingere alle proprie risorse creative” (>> vai all’intervista).

“La nuova norma UNI 11592 – chiarisce Vincenzo Bellia, presidente di ARTE (Associazione Professionale Arti Terapie) – dà indicazioni chiare a utenti, familiari e dirigenti istituzionali sulla tipologia e la consistenza dei diversi profili professionali e sancisce la fine del dilettantismo e della ‘tuttologia’ in questo settore” (>> guarda l’intervista).

“Quando si lavora sulla spontaneità, sull’improvvisazione e sulla messa in scena dei propri vissuti – ci dice Roberto Motta, presidente di FIT (Federazione Italiana Teatroterapia) – ogni persona è libera di esprimersi al meglio e quindi -conoscendosi meglio- è in grado di rapportarsi meglio con se stessa e anche con gli altri” (>> vai all’intervista).

Secondo Fedinando Suvini, presidente di AIM (Associazione Italiana Professionisti Musicoterapia) (>> guarda l’intervista) “ci sono sempre più studi accreditati a livello scientifico che indicano come la musica e la musicoterapia siano particolarmente adatte per alcune patologie (come ad esempio l’Alzheimer e l’autismo) ed è chiaro che il musicoterapeuta può lavorare in modo molto efficace proprio perché attraverso il suono e la musica – e utilizzando le capacità e le potenzialità che il paziente ancora mantiene – può interagire e creare un dialogo sonoro-musicale particolarmente efficace in queste situazioni”.

Ovviamente la norma UNI fornisce anche le linee guida relative al percorso formativo di questi professionisti sia in termini di accesso all’attività professionale sia per la relativa valutazione. Tra le altre cose la norma stabilisce ad esempio che l’accesso alla professione deve essere subordinato al possesso di una laurea triennale o -in alternativa- a un percorso formativo a questa assimilabile.

“Insomma – conclude Tamino – la norma UNI 11592 è il prodotto di un percorso collettivo, trasparente e concordato ed è una buona norma, espressione della società reale… Oltre a essere utile per i professionisti sarà utile per i nostri utenti, cioè le persone che spesso in questa società sono più fragili e hanno maggiormente bisogno di protezione”.

Tutte le interviste sono disponibili nella playlist « Professioni non regolamentate ».

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